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Thannauser
Tuttoslottista F1
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Inserito il - 19/06/2008 : 18:21:04
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La storia
La British Racing Motors (generalmente indicata come BRM) fu fondata nel 1945 subito dopo la Seconda Guerra Mondiale da Raymond Mays, già costruttore di auto da corsa stradali con il marchio ERA, e da Peter Berthon, il suo socio di sempre. I successi ottenuti da Mays prima della guerra portarono nel 1945 a contatti con Alfred Owen, che gestiva un gruppo di aziende produttrici di parti di automobili, con l'idea di formare un team britannico per le competizioni automobilistiche per gareggiare in Europa. Il primo progetto di un motore della BRM era un estremamente ambizioso 1.5 litri V16 sovralimentato. Fu contattata la Rolls-Royce per produrre un compressore centrifugo da utilizzare al posto dei più comuni compressori radiali, proseguendo un discorso iniziato da Benthon durante la guerra, progettando propulsori per aerei. Ma il concetto di un motore V16 non era ancora stato usato sulle automobili ed i problemi di progettazione in tal senso furono numerosi, tanto che il motore non rombò per la prima volta che nel giugno 1949. Il propulsore si dimostrò comunque estremamente potente. Successivamente la BRM lavorò sodo lungo tutti gli anni cinquanta per poter costruire una vettura di Formula Uno vincente. I primi due tentativi si distinsero per una buona progettazione, in teoria, ma nella pratica non furono mai davvero competitivi. La prima BRM aveva il motore V16, estremamente potente, ma deluse per il comportamento degli altri componenti, a partire dai pneumatici che non si dimostrarono capaci di scaricare a terra i 500 cv del propulsore. La BRM realizzata per la classe da due litri e mezzo, la P25, dimostrò velocità ma mancò di maneggevolezza. Jo Bonnier comunque vinse il primo Grand Prix per la casa, quello olandese nel 1959. Al terzo tentativo, finalmente, il risultato arrivò. La P57, realizzata per il nuovo regolamento per motori da 1.5 di litro, finalmente portò ala BRM il successo che inseguivano fin dal 1945. Nel 1961, il primo anno dell'era del litro e mezzo, la BRM rinunciò al proprio motore e ricorse ad un Climax FPF depotenziato, mentre nel frattempo si occupavano dello sviluppo del loro propulsore per la vettura del 1962. Questo motore, un V8, era dotato di un particolare sistema di alimentazione ad iniezione, che gli faceva produrre il suo caratteristico "ululato". Per le prime corse il V8 fu dotato di 8 scarichi singoli, verticali, che nel proseguire della stagione furono sostutuiti perché tendevano a staccarsi.
La P57
Grazie al nuovo motore ed a una progettazione adeguata, la P57 segno una svolta nella competitività della BRM. Graham Hill si aggiudicò il secondo dei GP vinti dalla BRM, di nuovo nei Paesi Bassi, precisamente tre anni dopo il primo vinto da Bonnier. Hill vinse altre tre prove del Campionato, aggiudicandosi il titolo Piloti, mentre la BRM vinse la corona dei Costruttori. Nel 1963 la P57 fu modificata radicalmente, sostituendo il telaio con uno a monoscocca. Quell'anno Hill si aggiudicò il GP di Monaco, e poi quello Degli Stati Uniti, e si ripetè di nuovo nel 1964 e 1965.
L'arrivo del nuovo regolamento che portava la cilindrata delle monoposto a 3 litri, nel 1966, pose fine al periodo glorioso per la BRM, le cui auto si proposero solo sporadicamente in gara per una vittoria, fino alla chiusura della scuderia nel 1977. In totale la BRM corse 197 Gran Premi, vincendone 17. Nel 1962 la BRM vinse il titolo Costruttori, congiuntamente con quello Piloti con Graham Hill. Negli anni 1963, 1964, 1965 e 1971 la BRM si classificò seconda nel Mondiale Costruttori.
I modelli: la P57 Policar
I modelli presentati sono stati prodotti dalla Policar nel 1965 e fanno parte di quella serie "APS" iniziata con la Ferrari 156 (oggetto di una prossima presentazione). Quello della BRM è un modello relativamente semplice da trovare, essendo presente come auto standard nelle confezioni delle piste dell'epoca. I colori degli stampi erano i classici argento, giallo, rosso e blu. Come in tutti i modelli di quella serie la vettura è stata riprodotta stampando due semigusci in plastica, di cui quello inferiore fungeva da telaio. Va sottolineato che ogni singola vettura aveva il fondo diverso dalle altre, cosa che la Policar smise di fare per ragioni produttive già con le serie successive delle Gt. Il modello presenta il motore posto in linea con l'assale posteriore, con la trasmissione effettuata tramite un pignone in ottone ed una corona in plastica. La corrente è portata al motore tramite due fili collegati alle spazzole fissate sul fondo, nei modelli prodotti nella prima serie. In questa il pick up è a lama, collegato all'assale anteriore in modo da rendere sterzante l'avantreno. Altra particolarità è la presenza di una mascherina interna al musetto dell'auto, a riprodurre il radiatore della vettura reale.
Approfittiamo per mostare le differenze tra le due produzioni. Quella fin qui descritta è quella iniziale del 1965, esistono poi modelli prodotti sul finire degli anni sessanta ed i primi settanta. Quest'ultima versione ha le ruote differenti, più larghe e con un cerchio diverso (nel primo tipo sono riprodotti a rilievo i raggi, nel secondo un cerchio a stella).
La ruota anteriore: a sinistra il modello più recente
La ruota posteriore
Il cerchio
Altra differenza visibile dall'esterno è il pick up, che nella versione più recente è a se stante e fa anche le funzioni di supporto per le spazzole, scollegato dall'assale anteriore e fissato con una vite al telaio. Conseguentemente la versione più recente non ha l'avantreno sterzante. Altra particolarità è che il fissaggio delle due semiscocche viene effettuato con sole due viti, al posto delle quattro della versione più anziana.
Ultimo particolare è la mancanza della mascherina anteriore, scomparsa nella rivisitazione del progetto in chiave di semplificazione realizzativa. Questo comporta, tra l'altro, che le due semiscocche delle due versioni non sono interscambiabili a causa della parte anteriore ridisegnata.
Internamente si nota la presenza di un nuovo modello di motore, un Mabuchi a cassa chiusa, al posto del precedente cassa aperta. La trasmissione rimane la stessa a pignone in ottone e corona in plastica. In entrambi i casi l'assale posteriore è montato su boccole in materiale plastico, incastrate nel telaio.
La P57 Jouef
Il modello da me posseduto è marchiato Playcraft, con la dicitura sul fondello "costruito da Jouef per Playcraft". Riproduce anch'esso una P57 ma in una scala più piccola rispetto alla classica 1/32 della Policar. infatti la scala dovrebbe essere all'incirca una 1/40, abbastanza inusuale.
Come gli altri, il modello è composto da due semigusci accoppiati, con quello inferiore facente le funzioni di telaio. Anche qui il motore è montato in linea con l'assale posteriore, con la trasmissione effettuata da un'accoppiata corona-pignone entrambi in plastica.
Sulla cassa del motore è anche fissato il supporto dell'assale posteriore, realizzato con una "C" di metallo. L'assale è montato senza alcuna boccola di supporto. La corrente viene presa dai binari attraverso due spazzole realizzate con una lamina di rame anziché con le classiche treccie. Sempre con lamine in rame, invece che con i classici fili elettrici, viene traferita la corrente al motore. Al centro delle spazzole, sul fondello, è posizionato il pick up a lama. Una particolarità del modello, strana vista la scarsa raffinatezza della realizzazione del gruppo trasmissione, è il sistema collegato al pick up che rende l'avantreno sterzante, composto da un piccolo gruppo di leve e rinvii collegati alle due ruote anteriori, molto piacevoli da vedere.
fonti: fonti: per la storia : Histomobile (www.histomobile.com) - Ultimate Car Page (www.ultimatecarpage.com) per le immagini delle vetture reali: Ultimate Car Page (www.ultimatecarpage.com) Modelli: collezione personale foto modelli: Sandro Pescara Testo, traduzioni (ed errori ): Sandro Pescara
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sprint
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Inserito il - 19/06/2008 : 21:08:28
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bellissimo articolo; grazie! Pasquale
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Doc
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Inserito il - 20/06/2008 : 07:32:15
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Complimenti per la stesura .Davvero ottima!
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paoslot52
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Inserito il - 20/06/2008 : 15:48:26
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Bravo Sandro, complimenti per l'articolo!
P.S.: anche a me manca la BRM - Policar gialla!
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Malva
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Inserito il - 20/06/2008 : 17:11:15
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Mi aggrego agl'altri, complimenti x il servizio
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Thannauser
Tuttoslottista F1
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Inserito il - 20/06/2008 : 18:42:51
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grazie a tutti per i complimenti, vedrò di migliorarmi ancora in seguito E visto che non è possibile modificare il post, approfitto ed aggiungo qui un paio di notizie che mi sono sfuggite nella stesura, che riguardano il modello giallo: è in scala 1/40 (non circa) e veniva prodotto da Jouef per Playcarft, che li commercializzava con il marchio "Champion". La vettura Jouef fu realizzata nel 1964, quelle per la Playcraft furono commecializzate nel 1965. E speriamo che non mi sia dimenticato altro...
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Renatone
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Inserito il - 21/06/2008 : 01:32:05
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Bravo Sandro, bellissimo articolo ricco di notizie e di particolari. Grazie.
Ciao da Renato
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