Tanti vivono facendo male quello che fanno; correre è importante per chi lo fa bene; quando uno corre, vive e tutto quello che fa, prima o dopo, è solo attesa. (Michael Delaney, interpretato da Steve McQueen, ne "Le 24 ore di Le Mans")
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Stavo guardando ieri sera. Incidente pauroso, difficile dire colpa del destino o dei dispositivi di sicurezza, le gare sugli ovali sono veramente un rischio che oggi a me personalmente sembrano fuori luogo, anche se piacciono molto agli americani. Girare a quelle velocità tutti attaccati è veramente incredibile.
Emilio
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Stavo anch'io guardando la corsa ieri sera. Le corse sugli ovali sono, l'ho sempre pensato, piutto sto da "fuori di testa".... E' anacronistico, vedere correre in luoghi dove non c'è possibilità di una via di fuga o comunque di poter far fronte ad una situazione di pericolo. Il pericolo di "decollo", soprattutto delle monoposto, più che delle vetture Nascar, è molto probabile. Già dal prossimo anno la Dallara (costruttrice dei telai), ha progettato una vettura che porta delle protezioni alle ruote posteriori, ma tant'è...il fattaccio, è accaduto..... Gli americani, sulle corse, e sulla sicurezza, hanno molto da imparare...
Andrea
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Per me la mentalità che i piloti devono essere anche degli eroi che rischiano la vita tutte le volte che si mettono il casco è fuori luogo per un appassionato di motori, una gara di auto non è una corrida. Il fatto che ci sia sempre un rischio è un effetto collaterale della competizione motoristica, non un elemento fondamentale.
Emilio
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Con i sistemi di sicurezza che esistono oggi e che vengono adottati in F1 trovo inconcepibile rischiare la vita per correre su piste come quella che è stata teatro di questa tragedia.
Ciao da Renato
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Ho letto che Jean Alesi aveva intenzione di partecipare alla prossima 500 miglia di Indianapolis, malgrado le sue 50 primavere. Spero proprio che ci ripensi, visto cosa è successo... Le corse sugli ovali sono troppo, troppo pericolose, un'unica traiettoria possibile, velocità intorno ai 350 Km, che non ti danno la possibilità di poter rimediare ad un eventuale sbaglio tuo o di chi corre insieme a te... Saranno anche spettacolari da vedere, ma sono, oltre ogni ragionevole dubbio, fuori da ogni logica di una competizione motoristica moderna.. Come dice Emilio, si parla di uomini coraggiosi non di kamikaze, che devono essere messi nella condizione di poter competere in un ambiente che possa fornire loro almeno un minimo di sicurezza..
Andrea
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Sono d'accordo sulla pericolosità delle gare sugli ovali americani che costringono i piloti a duellare da distanze di pochi centimetri tra loro. Putroppo la fame di spettacolo a tutti i costi ed in barba alla sicurezza produce queste situazioni.
So di andare controcorrente rispetto alla tendenza attuale, ma a me piacciono tanto le gare magari con pochi duelli ma dove il pilota (non la squadra) sa di avere la sfida di portare la macchina a fine gara con le stesse gomme e senza rabbocchi di benzina, usando la testa ed il cuore per battere gli avversari.
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Mi spiace per Dan spero che si decidano a migliorare la sicurezza perchè non si può rischiare di morire, capisco il ragionevole rischio ma in america e troppo il rischio.
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Caro Pier & Co., io vorrei affrontare il problema da un lato diverso, premettendo che con le auto si può morire dappertutto come Gerge Plaza al Terminillo, considerando che le gare in salita vengono definite le più sicure tra tutte le categorie motoristiche.
E' pacifico che i nostri cugini di oltreatlantico siano innamorati dello spettacolo e dell'estrema velocità. Qualche estate fà un mio amico del New Jersey, in vacanza in Sicilia, sfotteva me e la formula 1 per la noiosità e di come andassero piano le nostre formula 1.
Io gli feci subito notare che Andretti Jr. con una formula Indy, qualche anno fa, girando sul circuito per la F1 impiantato nel circuito di Indianapolis beccava almeno 5 secondi a giro nei confronti della Ferrari di Schumacher.
Mi rispose però che le gare fatte al rallentatore tra una curva e l'altra non gli piacevano e che l'essenza delle corse era vedere sfrecciare le auto a 400 km. orari.
A questa sua affermazione mi fermai, anche se volli spiegargli che le gare automobilistiche nacquero all'inizio del secolo scorso sulle strade sterrate del vecchio continente, dove le curve non mancavano di certo, e che le gare in circuito volevano volutamente richiamare quelle su strada.
Inutile fu il mio discorso per convincerlo..........gli americani sono fatti così.
Questa premessa l'ho fatta per far capire che si tratta di due mondi diversi, di due filosofie di corse diverse, e che quindi le soluzioni per ridurre al minimo il rischio di lutti nelle gare deve essere fatta con mentalità diversa.
Inutile convincere che le gare in ovale non debbano più disputarsi.....loro quando ci sono le gare in circuiti cittadini con le F. Indy, storcono il naso, non capiscono perchè le loro macchine debbano girare al rallentatore tra muretti e reti.
Per me i tecnici di oltreoceano debbono imboccare una strada per la sicurezza volta alla ricerca di materiali e di strutture atte a salvaguardare la sicurezza del pilota, anche con urti a 350 km. orari su un muretto di cemento.
Ricordo quando alcuni anni fa Donnely, durante dei test con i primi telai di F1 con cellula in carbonio (in quel periodo i telai delle F1 erano ancora costruiti in alluminio) impattò contro delle protezioni.
La macchina perse tutto: motore, ruote e buona parte della carrozzeria, rimanendo dentro l'abitacolo (illeso), quando dopo pochi secondi il telaio esplose (solo meccanicamente) lasciando il povero Donnely al centro della pista seduto sul suo sedile con le cinture ancora allacciate a quel poco di telaio rimasto.
Da allora ad oggi i passi fatti sono diventati da gigante, e l'incidente di qualche anno fa di Kubica lo dimostra.
Ora se loro vogliono correre ancora con queste modalità debbono prendere una strada simile, anche se la forma delle macchine e le prestazioni ne venissero profondamente alterate.
Le nostre F1 di oggi saranno pure noiose............tutte uguali.........con prestazioni simili una all'altra.........freneranno tutte nello stesso punto di frenata......... le prestazioni motoristiche saranno sempre al top dal primo all'ultimo giro................ma grazie a dio ......perderci la pelle è veramente difficile.
Ciao a tutti da Giacaleo.
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Dapprima Dio creò l'acciaio...... poi creò la plastica ......poi ci ripensò: meglio l'acciaio !!!!!!!!!!
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sui gusti non si discute mai, personalmente io trovo noioso veder girare su un anello avanti indietro Nascar e Indycar, ma capisco benissimo che possa piacere anche vedere dei missili girare nei catini. Il discorso su quanto lo spettacolo debba sacrificarsi alla sicurezza dei piloti però è un'altra faccenda. Io, sempre personalmente, preferisco sacrificare un pò di spettacolo se sono sicuro che in quello che guarderò non ci scapperà il morto. Certo, in qualunque sport di movimento e soprattutto motoristico la tragedia inevitabilmente ci può stare, l'incidente di Plaza nella gara di salita (anche se non è proprio vero che le gare in salita siano sicurissime - vedi come si è ridotta la sua BMW) ne è la prova, ma è diverso andarsela a cercare. I catini a 350 kmh sono una follia, finchè va tutto bene può essere uno spettacolo, sorpassi continui, velocità spaventose, visibilità da stadio, ma ci sono quei maledetti muri a filo e con quelle reti sopra, caspita, solo a rivedere immagini del passato con macchine che di sbriciolano nel muro o solo a ripensare all'incidente di Zanardi viene la pelle d'oca, eppure sento su Sky passare ancora un principio anni '60 di un automobilismo dove ai box respiri i fumi della benziana e l'odore del sangue..... A me questa passione non appartiene, quando sono andato in Spagna ho ben evitato la corrida.
Emilio
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Le nostre F1 di oggi saranno pure noiose............tutte uguali.........con prestazioni simili una all'altra.........freneranno tutte nello stesso punto di frenata......... le prestazioni motoristiche saranno sempre al top dal primo all'ultimo giro................ma grazie a dio ......perderci la pelle è veramente difficile.
Emilio ha anche scritto
Io, sempre personalmente, preferisco sacrificare un pò di spettacolo se sono sicuro che in quello che guarderò non ci scapperà il morto.
Ragazzi sulla cosa più importante credo proprio che siamo tutti d'accordo.
pier
Modificato da - pier in data 17/10/2011 23:04:13
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Ognuno dica la sua e ci sta. Da ex pilota posso affermare che l'adrenalina che ti schizza agli occhi quando ti allacci le cinture difficilmente è paragonabile ad altro. Se sei nato in un paese dove motorsport è scritto sugli ovali ...così sia! Da spettatore condanno i 5 giri dei piloti "dopo" Gli americani sacrifichererbbero qualsiasi cosa per lo spettacolo! questo no....
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Ognuno dica la sua e ci sta. Da ex pilota posso affermare che l'adrenalina che ti schizza agli occhi quando ti allacci le cinture difficilmente è paragonabile ad altro. Se sei nato in un paese dove motorsport è scritto sugli ovali ...così sia! Da spettatore condanno i 5 giri dei piloti "dopo" Gli americani sacrifichererbbero qualsiasi cosa per lo spettacolo! questo no....
Sono pienamente d'accordo cone te, anche se sono convinto che siano rimasti tutti segnati dalla tragedia, ognuno reagisce al dolore in modo diverso.
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