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 "Velocità all'alba" - 12^ Puntata

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
giacaleo Inserito il - 19/12/2008 : 18:12:00
Considerato che domani sarò molto impegnato con i preparativi della partenza per trascorrere il Natale a Padova, pubblico con un giorno di anticipo la 12^ puntata del mio romanzo "Velocità all'alba".

Ciao a Lunedì 29 Dicembre per la 13^ puntata


12^ PUNTATA




Distrutto fisicamente e psicologicamente scesi dal palco e chiesi a Nino di accompagnarci in albergo, non prima di aver chiesto a Cinzia di restare con me per il resto della giornata.

“Cinzia, rimani a pranzo con me e Pierre qua in albergo ?”, le chiesi, ma lei, molto dispiaciuta, mi rispose che, prima di rendersi libera, doveva passare dal giornale per scrivere il pezzo e consegnarlo al capo redattore.

“Comunque, ci vediamo questa sera per quella famosa pizza ……. passo io a prenderti in hotel verso le otto e mezzo ”, aggiunse Cinzia.

Io e Pierre, che intanto si era fatto medicare la ferita alla testa, arrivammo esausti in albergo con tanta voglia di riposare.

Salimmo, infatti, subito in camera per fare una doccia veloce, per poi scendere nel salone ristorante a pranzare.

Per tutto il tempo in cui restammo in camera, Pierre non fece alcun accenno alla strana condizione in cui ci eravamo trovati entrambi; era come se avesse rimosso dalla mente tutto l’accaduto.

Ebbi un dubbio atroce: e se veramente non fosse mai accaduto nulla ? E se fosse stato tutto solo il frutto della mia immaginazione ?
Causato forse da un eventuale colpo alla testa , simile a quello di Pierre, che non aveva lasciato su di me però alcuna traccia fisica ?.

Un dubbio amletico cominciò ad insinuarsi in me.

Mentre eravamo in ascensore, per raggiungere il salone ristorante, Pierre iniziò a parlarmi del ritorno a Milano, dei programmi per le prossime settimane e degli appuntamenti che avevamo, per poi parlarmi, infine, del prossimo viaggio ad Osaka in Giappone, per assistere alla messa in strada della nuova macchina.

Mentre lo ascoltavo in silenzio, la mia mente era ancora agli avvenimenti che ci, ovvero, che mi erano accaduti. Ci sedemmo al tavolo ed ordinammo il pranzo, non senza ricevere prima l’applauso dei clienti che erano seduti con noi nel salone ristorante.

Versando il vino nel bicchiere di Pierre, gli chiesi: “Cosa ricordi prima dell’incidente ?”.

“Beh, per dire la verità ho dei ricordi un po’ confusi……. ricordo però che ad un certo punto hai messo una ruota fuori dalla carreggiata sul lato destro del percorso……. e che poi siamo usciti di strada dalla parte opposta, dopo aver fatto un testacoda .”. “Strano….. ricordo che il testacoda fosse stato completo, di 360 gradi , mentre la macchina è uscita di strada, sì dal lato sinistro della carreggiata , ma come se l’avessimo affrontata in salita, visto che i danni sono tutti sul lato destro della macchina !”.

“Strano…….. molto strano…..”, aggiunse ancora Pierre.

Gli chiesi ancora: “Ti dicono qualcosa questi nomi: Sinatra, Virgilio e Marchingiglio ?”.

Ci pensò un poco e mi rispose: “Ma lo sai che questi nomi non mi vengono nuovi ?”.

Ebbi un tuffo al cuore, ma poi aggiunse: “Non saranno i nomi d’alcuni tuoi amici presenti alla festa a sorpresa di venerdì sera nel garage di Nino ?”.

Non era questa la risposta che avrei voluto avere da Pierre, anzi non fece altro che avvalorare sempre di più l’ipotesi che mi quanto accaduto fosse stato solo il frutto di un trauma cranico, e, per questo, non ne feci più alcuna parola con Pierre.

Dopo pranzo, nel tardo pomeriggio, dopo aver stretto centinaia di mani ed aver fatto numerose foto con alcuni clienti dell’albergo, salii in camera per fare un breve riposino, prima che Cinzia venisse a prendermi per trascorrere la serata insieme.

Il mio breve sonno era stato però una serie continua di incubi: sognavo gente in camicia nera e le strade deserte della mia città; poi ancora strana gente vestita in modo curioso che cercava di rinchiudermi in qualche posto e poi ancora quella strana sensazione di vuoto !

Mi svegliai al suono della sveglia che avevo programmato per le venti, in un lago di sudore. Mi resi conto di trovarmi da solo in camera, con un bisogno spasmodico di incontrare gente; mi cambiai i vestiti in cinque minuti e scesi nella hall aspettando che Cinzia venisse a prendermi.

Appena sceso giù, il portiere mi chiamò : “Signor Lazzari, è venuto di nuovo quel signore di ieri sera a chiedermi se le avevo fatto recapitare il biglietto ”.

Non ricordavo nulla di quel biglietto, e non ricordavo nemmeno in quale tasca dei pantaloni lo avessi messo.

Intanto nella hall dell’hotel era arrivata Cinzia:
“Ciao Elio…… va bene così ..…in jeans e giaccone ?”, facendo un giro su se stessa per mostrarmi il suo abbigliamento. Ricordai allora la gaffe della mia prima uscita con lei, e le sorrisi.

Saliti sulla sua macchina, imboccammo la strada che ci avrebbe portati in una pizzeria, scelta da Cinzia, che si trovava a circa 20 chilometri da Trapani, in una località in riva al mare chiamata Cornino.

Ci accomodammo ad un tavolo, e mentre il cameriere ci portava i menù, notai con piacere che nessuno degli altri avventori della pizzeria mi avesse ancora riconosciuto. Dissi a Cinzia sottovoce:
“Finalmente una serata senza firmare autografi…..”.

“Certo che di paura ne hai fatta prendere oggi …… sia a me che a tua madre…..”, esordì Cinzia, rigirando il dito sul bordo del bicchiere

“Guarda che in questa professione è una cosa normale, che si verifica abbastanza spesso !”, le risposi, ma poi, cambiando argomento e tono della voce le dissi:
“Vorrei parlarti di qualcosa che potrebbe apparirti assurda, impossibile da accettare ….. prima però vorrei farti una domanda seria: secondo te sono un uomo che dice la verità ?”.

Cinzia aspettò un po’ prima di rispondermi, ma poi, sfoggiando il suo fantastico sorriso, mi rispose di si.

Le chiesi ancora: ”Sei disposta ad ascoltare una storia che ha dell’incredibile senza che tu mi prenda per matto ?”.

Si accigliò, accese una sigaretta e mi disse: “Ti ascolto !”.

Cominciai a raccontarle tutto: del testacoda in discesa, del salto nel passato, di Virgilio, di Marchingiglio, della Trapani antica, dell’incontro con mia madre bambina, della fuga e del ritorno al presente.

Mentre le narravo quanto mi fosse accaduto, notavo come Cinzia ascoltava con interesse, senza commentare quanto le dicessi.

Non appena ebbi finito di raccontarle tutto, Cinzia mi guardò negli occhi, fece una lunga pausa e mi disse:
“Elio questa storia è veramente incredibile, e chiunque stenterebbe a credere anche ad uno solo dei fatti che mia hai appena descritto, ma hai due possibilità: o hai solo sbattuto la testa ed è solo frutto di un trauma cranico oppure devi fare qualcosa per dare validità alla tua storia !….. Come per esempio chiedere a tua madre se ricorda quella strana visita di alcuni signori a casa sua da bambina ”.

Aggiunsi io: “Oppure controllare se sono esistiti veramente questi signori Virgilio e Marchingiglio per esempio….”.

“Ottima idea !”, aggiunse lei, “Domani mattina vado in municipio e comincio a fare delle ricerche……”, mi replicò lei con tono divertito.

Il cameriere ci portò al tavolo due belle pizze fumanti, che io e Cinzia cominciammo subito a mangiare; erano veramente buone, molto differenti dalle pizze che io e Pierre ordinavamo a Milano in una pizzeria di via Padova che un mio amico ci aveva consigliato .

Mentre mangiavamo Cinzia mi chiese:
“Hai chiesto al tuo navigatore cosa ricordasse di questa tua esperienza insieme a lui ?”.

“Non ne ho parlato con lui in modo esplicito come ho fatto con te, ma chiedendogli più volte cosa ricordasse, ho avuto da lui solo risposte vaghe ….. Pierre continua a non ricordare nulla …. proprio nulla !!”, le risposi con un sospiro di sconforto.

Lei si accigliò, mi prese una mano e me la strinse alla sua.
“Elio……. io vorrei tanto crederti, ma tu capisci quanto sia inverosimile tutta questa storia…..”, mi disse cercando di rincuorarmi, e poi aggiunse, comprendendo il mio turbamento:
“Facciamo un ipotesi: hai pensato al perché sia avvenuto tutto quanto ? Per quale motivo, nel caso fosse stato tutto vero, tu abbia dovuto subire questa cosa ? Sembra che il destino abbia voluto metterti alla prova !”.

Effettivamente Cinzia non aveva tutti i torti; ci pensai un po’, e poi mi fu tutto chiaro: il destino, facendomi incontrare mia madre e desiderare di conoscere mio nonno, aveva voluto farmi rendere conto di quanto siano importanti i legami con la mia terra, …… non voleva che l’abbandonassi più.

Confidai questa mia ipotesi a Cinzia che, sorseggiando un bicchiere di vino bianco, mi rispose:
“Questa potrebbe essere un ottima ipotesi………”.
Rimanemmo per alcuni minuti in silenzio; Cinzia aveva compreso quanto fossi coinvolto emotivamente ed aveva voluto darmi qualche minuto per riflettere, tenendomi la mia mano nella sua.

Poi esclamò:
“Ora basta parlare del passato e parliamo del presente !”, “quali sono i tuoi prossimi programmi e soprattutto …….. i nostri ?”.

“Domani mattina io e Pierre dovremmo tornare a Milano, ma credo di rimanere ancora un paio di giorni; penso quindi di accompagnare Pierre in aeroporto e tornare in città in mattinata”, le risposi.

“Io parlavo di noi ……….”, mi disse con sguardo da gatta, sfiorandomi la mano con il suo dito indice.

Non ci eravamo mai detti di amarci, ma Cinzia è una ragazza che non ha bisogno di parole, a lei bastano gli sguardi per farsi capire ……

“Cinzia, devo confessarti di avere una vita molto movimentata: le gare, i viaggi in aereo per mezzo mondo, sarei molto felice di averti al mio fianco, ma comprendo quanto tu non voglia rinunciare alla tua professione “, le dissi.
“Senti Elio, ne avevo già parlato tempo fa a mio padre del fatto che volessi trasferirmi a Milano, dove ho degli amici ex colleghi di università ”, …..”gli avevo già fatto capire che restando qui a Trapani, la mia carriera giornalistica non avrebbe potuto avere quegli sviluppi che una grande metropoli come Milano può offrirti.”

Non potevo che darle ragione ! Ma in una frazione di secondo mi vennero in mente degli strani pensieri. E se il mio futuro fosse invece di restare a Trapani ?
E se l’avvertimento del destino fosse proprio questo ?

In quel momento desiderai moltissimo che quanto avevo provato nella mia esperienza assurda fosse veramente frutto della mia mente e nient’altro; ero innamorato di Cinzia e desideravo tantissimo che lei mi seguisse a Milano, e lì organizzare la nostra vita insieme.

Le dissi:
“Voglio averti con me ……costruire con te il mio futuro ……“, guardandola negli occhi.

Non mi rispose , ma il suo sorriso era molto più eloquente di qualsiasi risposta.

Uscimmo dal locale, e, mano nella mano, come due fidanzatini in erba, passeggiammo chiacchierando fino a tarda ora sul lungomare, incuranti della temperatura che, considerato il fatto di trovarci a fine novembre, era abbastanza bassa.
Rientrammo in città verso le due, e accompagnata Cinzia a casa, rientrai in albergo.

Salito in camera, trovai un biglietto sul comodino di Pierre:
“Sono andato a cena con Nino e alcuni tuoi amici…. ricordati che domani mattina alle10.00 abbiamo un aereo che ci aspetta!”.

Mi distesi sul letto a riflettere.

Era stata una splendida serata; ero proprio innamorato di Cinzia e ogni altro pensiero sembrava fosse sparito dalla mia mente.

Ma implacabile, come sempre, tornai a pensare al mio salto nel tempo. Feci mente locale e cercai di ricordare ogni cosa: tutto era stato così reale……. ricordo il contatto delle strette di mano, il gusto del cibo, gli odori del posto, i colloqui avuti…….. e perfino la scomodità dei vestiti indossati, e poi non ero stato solo a provare queste sensazioni !

Purtroppo Pierre non ricordava più nulla, e questo avvalorava l’altra ipotesi, l’ipotesi sempre più probabile che si trattasse solo di pura immaginazione.

Comunque avevo deciso: domani mattina non avrei preso l’aereo per Milano ed, insieme a Cinzia, avrei passato la giornata a cercare eventuali riscontri della mia assurda storia.
Senza aspettare Pierre mi addormentai.





Il DUBBIO





Mi svegliai, stavolta senza l’aiuto della sveglia, notando che Pierre stava ancora dormendo nel suo letto. Lo chiamai.

“Pierre…… svegliati…. c’è un aereo che ti aspetta !”, gli gridai.

Tutto trafelato, si sedette sul letto e, toccandosi la fasciatura, mi disse:
“Che ci aspetta, vorrai dire !”.

Raccontai allora a Pierre dei miei propositi, e senza scendere in particolari, gli comunicai che sarei rimasto a Trapani ancora per qualche giorno.

“E al direttore sportivo cosa gli dico ? Lui si aspetta di vederci tutti e due domani in sede a Milano !”, mi replicò.

“Ho ancora qualcosa da sistemare…… vedrai che tra qualche giorno torno a Milano ….. al direttore sportivo telefono io in giornata….. non ti preoccupare ”.

“Non mi dire che questa tua decisione ha a che fare con una certa …. Cinzia ?”, mi replicò con un sorriso ammiccante.

“Anche !”, gli dissi con tono deciso troncando il discorso.

Dopo aver fatto colazione, Pierre fece chiamare un taxi, che arrivò dopo pochi minuti. Lo accompagnai alla macchina, caricò i suoi borsoni, si girò verso di me e mi disse con tono sibillino:
“Elio, ci conosciamo da quattro anni, siamo stati come due fratelli, ma non ti avevo mai visto così strano come in questi giorni: non è che mi fai lo scherzo di non tornare ?”.

Anche lui, senza saperlo aveva messo il dito sulla piaga.

“Non preoccuparti …. Vai tranquillo !”, gli dissi dandogli un’amichevole pacca sulla spalla, e, salito sul taxi, lo vidi sparire dietro l’angolo.


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giacaleo Inserito il - 20/12/2008 : 00:40:04
Ti ringrazio Jean........ mi sarebbe piaciuto conoscere un metallaro come me, guarda è come se avessi accettato ! ..... ma io mi allevo una serpe in seno...MIA MOGLIE !

Pensa che essendo nei paraggi del VRSlot in quei giorni, ancora devo inventarmi una scusa per potere andare a conoscerli ! (.....visita Arena di Verona.....balcone di Giulietta e Romeo.....).

Comunque grazie......ho conosciuto in passato la genuinità degli slottisti romani , " e so' davero gaiardi ....er meio de tutti !!!", quindi è come se avessi accettato.



Jean Inserito il - 19/12/2008 : 22:22:28
Grazie Giaca.. Se Passi da Roma Posso offrire 1 camera 1 bagno e una vecchia fiesta .Come a casa tua . 347/7833022 -06 5403323 .Via L.Perna 51 sopra lo sheraton (eur).Abbracci e buone feste.Gian Marco Fantoni.

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