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 "Velocità all'alba" - 7^ Puntata

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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
giacaleo Inserito il - 03/12/2008 : 09:38:05
Appuntamento del mercoledì per la 7^ puntata del mio romanzo "Velocità all'alba", pubblicato nel mese di Ottobre dello scorso anno.

Molti sono rimasti sorpresi dai fatti della 6^ puntata.......ora vedremo....



7^ Puntata




Il vecchio, per nulla interessato alla mia richiesta ribatté:
“Chi siete…… e da dove venite conciato in quel modo ?”, indicando col dito la mia tuta ignifuga.

“Sono Elio Lazzari, …. non mi riconoscete ?”. Il vecchio, fece per pensare , ma per tutta risposta mi disse: “Non conosco nessuno con questo cognome .…… ma forse un Lazzari lo conosco…….. fa il barbiere in via Cortina…… ma siete un suo parente ?”.

Ebbi come un senso di vertigine, come di chi si trova in un incubo e sta per svegliarsi; il risveglio invece tardava ad arrivare, anzi feci un cenno di saluto ed uscii dal locale, seguito con curiosità da tutti quelli che vi stavano dentro.

Intanto la macchina era stata circondata da una folla di gente incuriosita. Toccava lo spoiler posteriore, accarezzava le fiancate ed i parafanghi come per saggiarne la liscia superficie, guardava incuriosita dentro l’abitacolo sotto lo sguardo stupito ed imbarazzato di Pierre, rimasto seduto in macchina col casco infilato in testa.

“Cosa avete da guardare !!”, esclamai, “Non avete mai visto un auto da corsa ?”.

Un signore, distinto ma con abiti un po’ fuori moda mi si avvicinò:
“Guardi che ho assistito all’ultima Targa Florio ma le posso assicurare che una macchina come questa non l’avevo mai vista”, ”ho visto un’ Auto-Union che vi somiglia ma ha le ruote molto più strette…..”, “e poi come mai siete vestiti in questo modo, senza giubbotti di pelle e con quel strano elmetto bianco in testa ?”.

Le domande di quel signore mi stravolsero; come era possibile che nel 2000 ci fosse ancora gente che non avesse mai visto una Porsche girare per strada ? E come mai non si vedevano altre macchine in giro ?

Con fatica, mi feci strada per aprire lo sportello, e salii in macchina:
“Elio che notizie mi porti ? Hai telefonato a qualcuno ?”.

“Non hanno il telefono……. Una cosa pazzesca! Anzi mi hanno fatto loro un sacco di domande….. Chi siamo, da dove veniamo, sul nostro abbigliamento…. Non ci capisco più niente !”.

“Andiamo verso piazza Vittorio e vedremo”, dissi a Pierre, che ormai aveva quasi del tutto perso l’uso della parola.
Non appena misi in moto la macchina, al suono del rombo del motore, la gente si allontanò di scatto impaurita, e ne approfittai per partire con una poderosa sgommata……. ero veramente con i nervi a fior di pelle.

Svoltammo per il prolungamento di Via Fardella, e finalmente incrociammo una macchina.

Notai subito che si trattava di una macchina d’epoca, forse un Alfa del “32 o del “34, che sicuramente faceva parte delle manifestazioni di contorno alla gara.

Feci un colpo di clacson, e vidi il suo autista, perfetto nel suo abito d’epoca, accostare e scendere dalla macchina.

“Prego …”, mi disse con fare molto altero, ma con lo sguardo fisso sugli sponsor della mia tuta, “In cosa posso esserle utile ?”.

“Guardi io ed il mio navigatore eravamo attesi all’arrivo della gara…… ma qua non vediamo nessuno ad attenderci….. lei che partecipa alla gara delle auto storiche, saprebbe darci qualche spiegazione ?”

“Intanto mi presento sono il Dottor Sinatra, non sto partecipando ad alcuna gara, e sto andando a pranzo a casa del Notaio Giovanni Messina….. sapete sono quasi le tredici e trenta !” , “Ma vedo che vi siete persi …. forse non siete di Trapani lei ed il suo amico seduto in macchina con quello strano vaso da notte in testa !”.

“Intanto quello che ha il mio amico in testa è solo un casco di protezione… e per dirle la verità io a Trapani ci sono nato e vissuto per vent’anni !”, gli risposi prontamente.


“Guardi non si alteri !”, fece il dottor Sinatra, “Mi dica come fa di cognome lei ?”.

“Lazzari ….. Elio Lazzari”, al ché il mio interlocutore si accigliò e, con l’espressione di chi crede di saper tutto di tutti, mi chiese:

“Lazzari ….. forse lei è il cugino di Sandro Lazzari, quel signore che lavora il ferro battuto ed ha un officina in Via Spalti ? Mi ha detto una volta di avere un cugino emigrato qualche decina di anni fa al nord, mi pare a Milano ”.

Rimasi di ghiaccio; stava parlando di mio nonno, nonno che non avevo mai conosciuto e che era morto almeno quattro anni prima che nascessi !

Gli replicai ancora: “Perché, come fa lei a conoscerlo ?”.

“Guardi che mercoledì scorso mi ha consegnato un’ inferriata per il balcone della casa di campagna che è un vero e proprio gioiello……. anche se, a dire il vero, se l’è fatta pagare davvero bene….. ma ne è valsa la pena, è così artistica che sembra proprio un opera d’arte !”, mi disse il dottore.

“Comunque devo andare, si è fatto tardi e, come le ho detto, mi aspettano a pranzo”, disse ancora, “Vi consiglio di andarci anche voi e vedrete che dopo aver mangiato e bevuto un bel bicchiere di vino, avrete un aria meno smarrita di quella che avete in questo momento……. Arrivederci ”.

Il dottore mi strinse la mano, si girò verso la propria macchina e si allontanò tra i fumi dei gas di scarico della sua Alfa.

Risalii in macchina e dissi a Pierre, con tono concitato:
“Sono sconvolto ! Ma lo sai cosa mi ha detto quell’uomo ? …. Mi ha detto di conoscere mio nonno Sandro !!”.
Pierre, che aveva ascoltato attentamente il mio colloquio col dottore, si tolse il casco, lo pose insieme al mio sul lato posteriore della macchina, e mi disse, quasi sottovoce:
“Come fa quell’uomo a conoscere tuo nonno, che a quanto pare, come mi hai raccontato una volta, è morto almeno quarant’anni
fa ?”.

Già, come faceva quell’uomo a conoscere mio nonno ?

Mia madre, tanti anni fa, mi aveva raccontato di come si fosse conosciuta con mio padre, e che suo suocero faceva l’artigiano, lavorando appunto il ferro battuto.
Mi diceva che a Trapani era molto stimato, e che tra i suoi clienti vi erano le famiglie più facoltose della città: facevano addirittura a gara per entrare nelle grazie di suo suocero, non badando a spese per la realizzazione di cancelli, inferriate e decorazioni per le proprie ville.

Aveva però un vizio nascosto: l’alcool, che pian piano aveva minato la sua salute divorandogli il fegato e la propria vita, finita all’età di soli 65 anni.
Era una storia tanto triste e, quando mia madre me la raccontava, trattenevo le lacrime per tutta la giornata.

E ora, incontro un signore che mi dice di averlo visto vivo e vegeto quattro giorni fa !

Impossibile ! Questo è quello che risposi a Pierre, ….. era proprio impossibile.

Intanto rimisi in moto per l’ennesima volta e, continuando ad avanzare lungo la via Fardella, notai che nel frattempo, attirata dal fragore del sei cilindri della mia Porsche, questa si era popolata di curiosi assiepati ai bordi della strada.

Arrivati quasi alla fine del tragitto che porta a Piazza Vittorio, vedo venirmi incontro a piedi uno strano poliziotto, non tanto perché fosse inusuale la presenza di poliziotti in una gara automobilistica, ma per l’abbigliamento dello stesso.

Aveva un cappello con visiera, ed un paio di pantaloni a sbuffo con una riga rossa sui pantaloni; la giacca ed i pantaloni erano di colore blu intenso, ma più di ogni altra cosa, notai il colore della camicia……. era nera !

“Ehi voi dove state andando?”, ci disse intimandoci di fermare la nostra macchina vicino al marciapiedi.

“Senta agente, ci aspettano a Piazza Vittorio per la chiusura della manifestazione di oggi ”, gli risposi, ma lui per tutta risposta, ci intimò di scendere dalla macchina e di mostrare loro i documenti; quanto gli avevo riferito era stato per lui come acqua fresca, l’aveva completamente ignorato.

Comunque scesi dalla macchina seguito da Pierre e, mentre altri poliziotti ci raggiungevano, cercai di spiegare all’agente, che sembrava essere il più alto in grado, chi fossimo e cosa facessimo in quel posto a quell’ora.

Mentre parlavo con lui, mi sentivo osservato da cento occhi e da cento sguardi, molti dei quali si mostravano increduli della nostra presenza; anche il poliziotto che stava ascoltando le nostre spiegazioni, ammiccava al nostro racconto, come di chi ti prende per pazzo e ti lascia parlare.

“Comunque, in ogni caso, ho capito che siete senza documenti, ed andate in giro vestiti da carnevale su una macchina che sembra appunto un carro allegorico….. debbo chiedervi di seguirci in Questura: ne avete cose da chiarire al Delegato Capo !”. Così dicendo ci obbligò a seguirlo a piedi in direzione della Questura, non prima di aver dato ordine ai sui subalterni di trainare la nostra macchina fin dentro al cortile della questura stessa.

Camminando lungo la Via Fardella, molte cose mi sembravano stonate: intanto avevo l’impressione che alcuni palazzi fossero molto più bassi di quanto io li ricordassi.
Poi molti bar e negozi sembravano essere chiusi… strano per una domenica mattina !
Ma lo sgomento mi assalì quando arrivammo a Piazza Vittorio.

Non c’era nessuno ad attenderci, nulla di quanto avevo visto il giorno prima.

Né palco delle autorità , tanto meno il palco per la premiazione tipo “rally” che era stato realizzato apposta per l’occasione.
E poi…….. quanto erano piccole le palme che adornavano la piazza !

La gente ci osservava incuriosita e, come in una processione non programmata, ci seguiva nel nostro cammino verso la questura; il paesaggio era quello di sempre, a parte una strana costruzione che insisteva sul lato nord della piazza.

La Villa Margherita su un lato e palazzo Platamone sull’altro; il Palazzo della Provincia, quello delle Poste e Palazzo D’Alì.
Ma qualcosa non quadrava: la questura sembrava essere stata ricostruita con la stessa architettura della vecchia costruzione che era fino agli anni ottanta; pensai che finalmente l’amministrazione locale avesse pensato bene di demolire quell’orribile costruzione ultramoderna che aveva rovinato per sempre lo stile della piazza ove insistevano i palazzi più belli della città.

Entrammo nell’atrio della questura, scortati da una decina di poliziotti, i quali ci fecero accomodare su una panca fuori da un ufficio, sotto un porticato.

“Elio, perchè ci hanno portato in questo posto? Noi non abbiamo fatto nulla di male ! Cosa vorranno da noi….?”, mi disse Pierre.

Mi strinsi il capo tra le mie mani, portandomi i capelli indietro, feci una pausa e gli risposi:

“Senti, tutto quello che ci sta accadendo sembra proprio assurdo, ma vedrai che una spiegazione logica la troveremo…… abbi fede !”.

Intanto un uomo in borghese, fece cenno di accomodarci dentro una stanza dicendoci di aspettare il Delegato Capo, e che lo stesso sarebbe arrivato da lì a pochi minuti.
Entrammo in questo ufficio: faldoni di carpette varie erano ammassate su vecchie scrivanie di legno scuro, vecchie stampe d’epoca erano appese alle pareti, e in fondo alla stanza era posizionata una grande scrivania, anch’essa di legno scuro, con due grandi sedie posizionate davanti ad essa, dove ci chiese di sederci e di aspettare.

Dopo qualche minuto, infatti, apparve un giovane sui quarant’anni circa; si presentò: “Mi chiamo Giuseppe Virgilio e sono il delegato capo di polizia di Trapani ……. avrei alcune domande da porvi ……. qualcosa in contrario ?”.

Sia io che Pierre facemmo cenno di no, e cominciò a chiederci:
“Allora, ad uno ad uno datemi le vostre generalità, dato che non avete documenti con voi…”, rivolgendosi per primo a Pierre.

“Mi Chiamo Pierre La Croix, sono nato ad Aiaccio, in Corsica, Francia, il 12 gennaio del 1970, risiedo a Milano, in Via Dettori al n.42”, disse lentamente Pierre, per dare la possibilità all’impiegato su un lato della stanza di trascrivere a macchina quanto stessimo dicendo.

Poi toccò a me: “Il mio nome è Elio Lazzari, nato a Trapani il 7 gennaio del 1965, risiedo a Milano, presso l’Hotel Ambasciatori, via della Scala n.15”.

Mentre davamo le nostre generalità, al momento di trascrivere la data di nascita mia e di Pierre, l’impiegato si fermò chiedendo al suo capo: “Signor delegato come faccio a scrivere queste date ………! ” .

Il giovane dietro la scrivania ci pensò un po’ su .

“Scrivi come hanno detto….. non preoccuparti…. vedrai che prima o poi ci daranno le vere generalità !”.

“Scusi signor Virgilio, veda che non le stiamo mentendo…… sono veramente le nostre generalità !”, replicai.

A quel punto si alzò in piedi, sbattendo vigorosamente i pugni sulla scrivania:
“Voi volete farmi credere di essere nati nel 1965 e nel 1970, quando oggi è il 21 novembre 1935 ?”, disse lui con voce molto alterata, “volete proprio prendermi per scemo ?”.

Il sangue mi si gelò nella vene non riuscendo più a proferire parola e a Pierre, che era sempre stato un tipo poco emozionabile, sembrava gli fosse venuto un mezzo infarto.


Spero che la puntata vi sia piaciuta...... gli sviluppi a sabato prossimo.

Ciao da Giacaleo
3   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
giacaleo Inserito il - 04/12/2008 : 16:52:47
grazie......soprattutto per i lettori affezionati (almeno 45 credo...) che seguono puntata per puntata.

Come avrete capito è accaduto qualcosa di innaturale che ha dato una svolta al romanzo.

Nelle prossime pagine....... altri colpi di scena.

salvoabarth Inserito il - 03/12/2008 : 19:25:56
bellissimo
Jean Inserito il - 03/12/2008 : 12:38:58
Grazie Giaca,alla prossima Jean

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