Maicol
Tuttoslottista Legend
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Inserito il - 20/03/2019 : 16:06:01
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Intervista al poliedrico talento di Ludovico Vergari.
Quella di oggi e’ un’intervista particolare. Non andiamo nel campo dello slot, ma andiamo a conoscere l’amore per lo sport unito al talento che non crea un superuomo ma un personaggio eclettico che ha sempre mantenuto la sua signorilita’, la sua classe la sua educazione. Il rispetto per gli altri e l’agonismo uniti insieme senza alterare l’uomo; un campione estroso, molto estroso ma sempre disponibile con tutti.
Certo non irrilevanti gli attriti e i diverbi cercati e voluti con il suo atteggiamento istrionico ed arrogante nel paddock proprio alla viglia della partenza. Ben voluto da tutti ma certo il successo non e’ mai ben viasto da tutti e , qui’, in questo articolo, chi bene legge, tra le righe, capira’ che l’estro e il talento a volte danno un connubio non sempre ben limato tra genio e sregolatezza e puo’ benissimo volgere all’estronsita’, pardon all’estrosita’.
La serieta’, la famiglia e lo sport, il triangolo che ha sempre guidato il nostro Ludo.
Ludo, hai praticato tanti sport .
In breve...ho iniziato a 10 anni a fare gare di sci fino ai 14 poi mi sono stufato perché nello sci hai un minuto scarso per tirare fuori tutto e basta un errore o un numero di partenza alto perché il gioco finisca subito. Mi sono poi di divertito giocando a calcio in porta proseguendo, poi, dopo sposato con il calcetto. Notti insonni con dita gonfie e fianchi abrasi con conseguente uscita di liquido...ho lasciato quindi anche il calcetto. Ma la mia passione, devo confessarlo, e’ la velocita’. Facendo un passo indietro a 21 anni (1977) mi sono avvicinato al karting correndo in 100 cadetti e in 100 nazionale. In quel periodo correvano, anche se in categorie superiori alla mia e molto piu giovani di me piloti come Emanuele Pirro, Ivan Capelli, Paolo Barilla, Stefano Modena...ecc. Nelle mie categorie, dove normalmente si partiva in 36, ero costantemente nei primi 5 pur con numerosi problemi economici; e’ li’ che ho iniziato la mia carriera di pilota privato tanto vituperata dai miei colleghi di slot.
Qui’, poi, sulle battute che sono costretto a subire nel paddock avrei da scrivere un libro ma non vorrei arricchire con i diritti S.I.A.E. Riccardo l’Irriducibile e Maurizio Il Santo solo ed esclusivamente grazie al mio talento e non certo al loro.
Ludo , qui’ in queste parole ci vedo un po’ di sano condimento .
Michele, credimi, subire ogni fine settimane gli sguardi sibillini e le battute taglienti dei miei avversari fa’ male, ma l’amore che ho per lo slot mi fa’ ingoiare rospi amari e vado avanti tranquillamente per la mia strada ; come si dice ? Guarda e passa e non ti curar di loro. Solo io so’ le difficolta’ che devo affrontare da pilota privato in un mondo ricco di squadre personali che io, purtroppo, non posso permettermi e , fregandomene del pensiero altrui, e’ per questo che ogni inizio settimana inizio il giro di telefonate per trovare sponsor e accordi tecnico . commerciali che mi permettano ogni settimana di gareggiare. Poi devo mettere a frutto tutta la mia esperienza per trasformare autentici catenacci in reali fulmini.
Ludovico, torniamo alla tua storia che sta appassionando i nostri lettori.
Finito il periodo suesposto ho iniziato con la vela a livello agonistico dopo averla fatta anche prima ma in maniera turistica. Lo slot è sempre stato un hobby affascinante per me ed ho iniziato al Club Carli, di Stefano Antonelli, circa 15 anni fa. Al Carli sono stato circa tre anni e poi ho smesso riprendendo solo 5 anni fa al Campidoglio. Qui’ devo dire di aver trovato un gruppo di avversari valido, impegnativo, stimolante. In questo periodo gli avversari sono ruotati continuamente e, credimi, mi sono sempre ben difeso. Il Santo devo descriverlo sotto due aspetti. Il Direttore del Club, e’ qui’ gli voglio bene e gli riconosco un impegno impareggiabile. Nessuno di noi, credo, sarebbe in grado di mantenere in piedi questo Barnum e tutti noi gli dobbiamo rendere merito e grazie per darci a disposizione uno dei migliori posti dove gareggiare. Per quanto riguarda il pilota devo porre rispetto alla rubrica che oggi mi ospita come talento dello slot e chiudere la bocca.
Ludovico, ti prego, il carisma di questa rubrica mette a nudo tutti i lati dello slot ; abbiamo la stima del nostro pubblico e dei concorrenti . Ti prego , dicci, mettiti a nudo questo lato del Santo , anche perche’ molti di noi ambiscono a vederlo nudo sotto molti aspetti.
Mbe’, allora se e’ cosi, si’ una cosa te la voglio dire. Credimi come un fratello, Michele e amici lettori, si, e’ vero, mi garba molto vederlo soffrire quando lo sorpasso con la mia utilitaria e alla fine, grazie alla mia capacita’ dei self-control, non fargli mai capire quanto godo passandogli vicino e superarlo.
Ludovico, e’ un’immagine bellissima e so’ che e’ tutto sempre nell’adrenalina della gara e della tensione agonistica in cui si entra nella bagarre della gara. Ludovico torniamo un attimo all’esperienza dei kart. Cosa dicevano di te i Pirro e i Capelli all’epoca delle gare ?
Gli chiesero chi fosse il loro idolo in pista e fecero il mio nome. Ritenevano che fosse impossibile battermi a parita’ di mezzi. Nei kart, ricordo duelli pazzeschi, ci siamo anche speronati. La spuntavo quasi sempre io. C' era grande rispetto, si correva sempre al limite. Ma c' era una differenza rilevante : i cavalli nei loro motori.
Qual è il ricordo che riservi per i nipoti?
Tante gare e tanti filmati in cui possono vedere il nonno andare fiero della sua avventura agonistica. Era la prova del fuoco di un' intera generazione.
Torniamo al kart e alle speronate. Mai avuto discussioni?
Ma no, il kart è bellissimo ed è vietato lasciar sorpassare, però senza cattiveria. Lì prendi lo stile che ti porti sulle macchine da corsa.
La morale di tutto questo?
Semplice, devi avere attorno gente che ti appoggi economicamente in modo pesante. E poi una dannata fortuna. Ogni epoca ha i suoi campioni, non facciamo confusione. Oggi bisogna fare i conti con la tecnologia, con l' elettronica, è un altro guidare. Ai miei tempi il pilota contava di più.
Hai qualche rimpianto mentre ti volti a guardare quel passato?
No, sono felice di ciò che ho fatto. Quelle che ho raccontato sono normali sfortune della vita. Da ventenne scapestrato pensavo di morire a 380 all' ora, non un chilometro di meno. Meglio così.
Ludo, per finire due righe sull’esperienza a vela. Un altro mondo rispetto a quello dei motori. Raccontami di come e quando è iniziata questa tua passione.
Per quanto riguarda il come sicuramente contagiata dall’enorme passione per questo sport da parte di un mio zio carissimo. Facevo già tanti sport ma il mio sodalizio con la vela e’ iniziato e non e’ mai finito.
Quale è stato l’episodio che ti ha avvicinato alla vela ?
I momenti sono stati tanti, ma di certo il momento chiave che mi ha fatta appassionare davvero è che ho capito che fare sport non e’solo allenamento ma è sentirsi liberi a 360 gradi perché ti porta a viaggiare, a conoscere e ad apprezzare tante piccole cose che spesso si danno per scontate. Li’ ho preso consapevolezza del valore che avevo ; da quel momento in poi le vittorie e le sconfitte hanno segnato il mio percorso di vita.”
Toglimi una curiosità: quando un atleta gareggia cosa prova ?
E’ bellissimo (gli brillano gli occhi come a rivivere quei momenti di gioventu’), è un sogno che si avvera, diventi protagonista , c’è la voglia di scoprire e di vedere sei finalmente nel tuo mondo ma subentra anche la paura perché pensi di non esserti allenato abbastanza. Alla mia prima esperienza aumentava l’adrenalina a livelli esagerati.
Cosa significa vincere le gare ? Quale è stato il tuo primo pensiero?
Nella vela tagli quel traguardo che sei sfinito, prendi fiato e pensi: ‘‘Oh mio Dio ce l’ho fatta!’’. Sei talmente stanco da non riuscire quasi ad esultare ma poi realizzi che è finita e che hai vinto.
Che sapore ha una sconfitta? E una vittoria?
La vittoria è bella! E’ un momento dove finalmente arrivi ad ottenere l’obbiettivo per cui hai lavorato tanto,e’ entusiasmante ma dura troppo poco (ride). La sconfitta rimane dentro più a lungo, come per tutte le cose che si fa fatica ad accettare è più difficile da buttare giù. Ma al di là del fatto che alcune le accetti e altre no sono comunque un momento di crescita.
Quando è stata l’ultima volta che sei salito su una vela ? Ti mancano le gare ?
Ci salgo periodicamente, ho molti impegni alternativi adesso. No, non mi mancano le gare, ora ormai il mio agonismo l’hanno assorbito le slot. Ho avuto una carriera lunga, non ho smesso per infortunio, ho smesso per scelta, vivi una vita sotto pressione e quando finisce ti senti sollevato, ma oggi a qualche regata la rifarei volentieri.
Oggi a cosa ti dedichi prevalentemente? In cosa stai canalizzando le tue energie?
I nipoti, la famiglia e i miei amici dello slot che mi accettano pur con il mio carattere burbero.
Nella tua carriera sportiva hai dato il massimo, sei stato un ragazzo a cento all’ora, ci hai messo grinta, passione ed amore, penso che tu sia una persona che può trasmettere dei valori anche a chi ti sta leggendo, mi piacerebbe conoscere un tuo motto.
Abbiate il senso del vostro valore sempre, piacetevi perché chi si piace è una persona libera”
A parte te stesso chi pensi di dover ringraziare per la tua lodevole carriera sportiva?
La mia famiglia tutta, ovviamente, che mi ha sempre permesso di dar sfogo alle mie passioni.
Non ho dubbi di aver intervistato uno degli sportivi più influenti della storia, con un’insuperabile tenacia ed una grande personalità che fa onore all’intero mondo sportivo. Lo chiamano ‘’Al Jazeera’’, lo ‘’Sceicco del Deserto’’. Certo e’ dovuto al suo sponsor arabo che gli permette di trovare ogni settimana la soluzione al suo status di pilota privato ma, senz’altro, per la sua classe, la sua eleganza, la sua signorilita’ che ne fanno un gentleman dello slot romano.
Michele Caggiano, 20 marzo 2019 . Campidoglio Racing Slot Club.
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