COSTRUZIONE DI UN APE IN VERSIONE SLOT

Un giorno, guardando svogliatamente la televisione, mi passò sotto gli occhi la pubblicità di una nuova collezione di modelli statici di Ape. Quanti non ricordano quel simpatico mezzo che tanto ha rivoluzionato la vita in Italia nella seconda metà degli anni novanta? In un secondo, ecco la visione, da quei modelli statici (fortunatamente anche in scala 1/32) si potevano ricavare degli ottimi modelli dinamici, e per di più, mai costruiti e proposti da nessuna casa modellistica. Una vera e propria rarità direi, per di più anche simpatica.

La costruzione

I passi comuni di entrambe i modelli sono stati: riduzione di entrambi i prototipi “ai minimi termini”, ossia smontarli completamente per capire bene dove poter ben alloggiare i vari elementi. Altro passo comune è l’allargamento dell’asse posteriore e la foratura dei cerchi per installarci l’asse che fungerà poi da trasmissione.
Nel caso del primo modello (Ape ac Calessino, quello con i fiori sulla cappottina) la prima cosa da fare è stata l’eliminazione del sedile e la limatura di ciò che doveva simulare il motore monocilindrico.
Bene, ora praticando con una punta diametro 2,50 mm due fori ottengo gli alloggi per i fili che portano corrente al motore. Ora il problema era come montare il pick-up dato che la ruota anteriore ingombrava. Con uno stecchino da spiedini ho prolungato il pick-up e anche questo problema era risolto.
Passando alla parte inferiore del modello ho limato leggermente lo scarico (vedi foto) in quanto andava ad ingombrare e ad ostacolare la libera rotazione dell’asse.

Fatto ciò basta praticare una gola sia sul pignone motore, sia sull’asse della trasmissione e una volta montato, anzi rimontato il tutto, per mezzo di un elastico per capelli abbiamo anche la cinghia che porterà il moto alle ruote.

Anche per il secondo Ape la tecnica di costruzione è stata simile solo che il motore è stato montato sul cassone anziché nell’abitacolo.

So di avervi spaventato e forse anche annoiato con la costruzione degli apini, ma è molto più facile costruirlo che scriverlo.

Questa l'ultima evoluzione realizzata dal nostro Roberto:

Roberto Ginebri

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