L'autore di questo articolo è Stefano, notissimo personaggio del modo del modellismo. Un modellista con la "M" maiuscola, di quelli che non compra nulla di scatola, si fa tutto da solo con tornio e saldatore. Insieme a lui avremo il supporto di un gruppo di appassionati che direttamente dal sito www.modellismopiu.it , ci offrono la loro esperienza in questo campo molto vasto e ricco di sfaccettature. Da Giulio Gobbi al nostro già noto Silvano Mussone ci daranno informazioni a livello modellistico che saranno senz'altro utili a chi si avvicina a questo mondo e vuole diventarne parte, qualunque sia la sua passione principale.
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PICCOLA GUIDA ALLA LAVORAZIONE
DEI METALLI NEL MODELLISMO (Parte 2)
La saldatura a stagno
Viene usata principalmente per rame e ottone, ma va
bene anche per il ferro.
Ovviamente va bene anche per unire i tre tipi di metallo fra loro (Rame/ferro,
ottone/rame ecc.).
Per effettuare la saldatura a stagno bisogna aver ben
presente due principi fondamentali:
1- il metallo deve essere perfettamente disossidato superficialmente, mediante
carta abrasiva più o meno fina, e sgrassato. Una lieve “rigatura” dovuta
all’azione abrasiva superficiale sul metallo rende molto più tenace ed efficace
la saldatura.
2- La temperatura di fusione dello stagno è di poco
superiore ai 230 gradi C; anche le parti da saldare devono raggiungere tale
temperatura, altrimenti la coesione superficiale, ovvero la saldatura, non
potrà avvenire. L’uso della cosiddetta pasta salda (una specie di crema in
barattolo) facilita la saldatura. Nell’anima dello stagno in filo, quello usato
in elettronica, è inserita già questa pasta, il che facilita l’operazione. Se
le parti da saldare sono piuttosto grandi, converrà usare le apposite barrette di stagno reperibili in ferramenta e nei negozi di idraulica. In esse non è inserita la pasta, per cui questa andrà
preventivamente spalmata in modica quantità sulle parti da saldare.
Ricordo inoltre che, in linea generale, lo stagno è da usare un po’ come la
colla, in quantità moderata e sufficiente.
Questo per una saldatura normale.
In alcuni casi può tornare utile eccedere nella quantità, se dovesse essere necessario colmare qualche difetto di contatto tra gli elementi da
saldare. Da tenere conto è la caratteristica dello stagno di “correre” lungo le
superfici quando raggiunge la temperatura di fusione: tanto saranno aderenti e precise tali superfici e tanto più efficace sarà la saldatura.
Se ci dovessimo accorgere di aver messo troppo stagno,
questo potrà essere rimosso, a pezzo ancora caldo, con una rapidissima
spazzolata con un pennello di setole di tipo economico (non setole di plastica,
si squaglia tutto!). Eventuali residui di pasta salda potranno essere rimossi,
sempre quando il pezzo è ancora caldo ma lo stagno non è più
fuso, con uno straccetto od un pezzo di carta da cucina. La pasta salda
dopo la saldatura raffreddandosi indurisce, quasi si vetrifica, e la rimozione risulta molto più difficile.
I vari tipi di saldatore
Naturalmente esistono vari tipi di saldatori.
Scegliere l’uno o l’altro dipende dalla “massa” che si deve scaldare.
Ricordo che le parti da saldare devono raggiungere la stessa
temperatura di fusione dello stagno, ovvero almeno >230 gradi.
Nella foto qui sotto si vedono i principali tipi:
1- saldatore a fiamma diretta, a gas butano (tipo accendino), temperatura >
1200 gradi (adatto anche per castolin).
2- saldatore a fiamma indiretta. Il riscaldamento della punta è fornito da una
fiamma che ne lambisce la base della punta. Solo saldatura a
stagno.
3- Saldatore elettrico rapido a pistola. Solo
saldatura a stagno.
4- Saldatore a fiamma diretta a gas (bombola) per grandi saldature. La
lancia qui montata è del tipo piccolo; sono disponibili anche lance più grandi
per saldature di pezzi più grossi. Anche questo
raggiunge e supera i 1200 gradi (adatto anche per castolin).
5- Esiste anche un altro tipo di saldatore, quello più usato in elettronica.
E’ del tipo elettrico, ma non rapido, a potenza continua. In pratica è quello
che si attacca alla spina, ci mette un po’ a scaldarsi e rimane acceso finchè serve. E purtroppo anche quando
non serve… nel senso che può capitare di dimenticarlo acceso, con le
conseguenze immaginabili. Quindi preferisco non
usarlo.
La grandezza dei pezzi da saldare
Se dovremo saldare due fili da 0.5mm o delle piccole parti di lamierino sarà sufficiente il saldatore elettrico rapido n.3.
Se le parti sono un po’ più grandi si dovrà impiegare il tipo n.2 a gas, che produce un maggior numero di calorie in modo
molto concentrato.
Il tipo n.1 è adatto quando sia richiesta una concentrazione rapida del calore in un determinato punto ed in
tempi brevi, sempre tenendo conto che si tratta di fiamma libera che richiede
molta attenzione.
Attenzione: mentre il saldatore elettrico deve lavorare esattamente nel punto
di saldatura o nelle immediate vicinanze, è bene che quello a gas non colpisca
direttamente la zona da saldare, ma la lambisca semplicemente.
Infatti la fiamma diretta fa bruciare la pasta salda,
sporcando il pezzo e costringendo a ricominciare da capo, dopo aver ripulito il
tutto.
Il tipo n.4 ha le stesse caratteristiche di base del
n.1 (fiamma libera, temperatura >1200 gradi), ma
ha una potenza molto più elevata.
E’ essenziale capire che il calore si propaga nel pezzo concentricamente.
È probabile che vi siano già altri pezzi saldati a stagno e quindi la saldatura
del nuovo pezzo dovrà essere effettuata il più
rapidamente possibile, in modo che gli altri non si dissaldino.
Questa è la maggior difficoltà in questo tipo di lavorazione: più i pezzi già
saldati sono vicini e maggiore dovrà essere la rapidità nell’effettuare la
saldatura.
A volte bisognerà applicare a questi pezzi già saldati dei dissipatori di
calore, in modo tale che si scaldino meno rapidamente.
Io uso delle mollette di acciaio (del tipo che si usa per
tenere insieme i fogli di carta) di varie forme, anche modificate, applicate ai
pezzi da proteggere in modo che fungano da “radiatore” e ne rallentino il
riscaldamento.
Le stesse mollette possono essere usate anche per un altro scopo, quando una
particolare situazione di lavoro lo richieda.
I due pezzi da saldare devono essere stagnati preventivamente
e separatamente.
Poi vengono giustapposti nella posizione desiderata
con le superfici stagnate a contatto e tenuti insieme con una o più mollette.
Infine, con il saldatore a gas, si riscaldano le parti finchè lo stagno fonde, unendo i pezzi.
Ciao e buon divertimento.
P.S. Attenzione- Attenzione- Attenzione,
Come diceva la buonanima di Nerone “Er foco brucia!!!”. In campana, mi raccomando, e ragazzini alla larga!
Prossime puntate: la saldatura a Castolin, lavori al
tornio, la fabbricazione delle viti ed altro.
Ciao, Stefano.
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