Louboyle
Tuttoslottista F1
Utente Valutato:
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Inserito il - 20/03/2007 : 23:09:29
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A conclusione del trittico sui motori slot resta un ultimo argomento da affrontare: l'apertura di un motore a cassa chiusa ovvero di uno di quei motori il cui coperchio è apparentemente sigillato, per intenderci dal Ninco NC2 in su. Facendo un salto indietro nel tempo, credo fosse il '91, entrai in un negozio di modellismo e, girando lo sguardo, notai un blister marcato TAMTECH contenente un motore che, anni dopo, diventerà noto come Ninco cassa lunga & figli. Il negoziante, che mi conosceva, mi sconsigliò l'acquisto ma pensai che se andava bene per Tamiya... il resto lo sapete anche voi. Non lo aprii a martellate, come verrebbe voglia di fare quando si tenta di afferrare le quattro linguette minime che trattenono il coperchio alla cassa. No, mi resi conto che era una partita persa in partenza perche i tagli che delimitano le linguette sono eseguiti col laser (l'ho verificato in seguito) e le relative ridotte dimensioni hanno lo scopo di "scoraggiare" qualunque intervento. La procedura di apertura meno tragica è la seguente: si estrae ovviamente il pignone, si prende una lima a sezione triangolare e la si usa applicandola tangenzialmente alla linguetta, ovvero sopra e nello stesso verso di piegatura, per indebolire la suddetta. Di quanto va indebolita? Di circa la metà, non riesco ad essere più preciso. Poi con un martello si colpisce l'asse dell'indotto per fare sì che spinga fuori il coperchio dalla sua sede. Spero abbiate qualche vecchio NC2 defunto per fare delle prove prima di affrontare i modelli più recenti perchè qui c'è solo da fare esperienza in materia. La variante sensata alle martellate prevede l'acchiappo della linguetta con una pinza a becco ma di solito alla terza presa la punta della pinza si sbrecca richiedendo una fresatura della pinza stessa, fate voi. Una volta aperto scopriremo che le spazzole sono montate ruotate di 90° rispetto alla posizione classica: non cambia nulla a livello pratico ma c'è l'indubbio vantaggio di avere i carboncini delle spazzole collocati sempre simmetricamente rispetto al collettore qualunque sia il diametro dello stesso. E' alta tecnologia, utilizzata nei motori Polystil mod.3 degli anni '70 . Per estrarre l'indotto dalle spazzole occorre scostare le stesse con un divaricatore oppure usando al contrario una pinza a becco (si piazza la pinza e si infilano le dita all'interno dei manici, aprendoli). Le operazioni di pulizia e di preparazione eseguibili sono esattamente le stesse citate per il Mabuchi standard perciò passiamo alla richiusura del motore. Si infila l'indotto nel cuscinetto del coperchio divaricando le spazzole, si fa scivolare l'indotto dentro la cassa, afferrandolo appena possibile dalla parte del pignone, e si richiudono le linguette esercitando la solita pressione con un cacciavite ruotando verso il basso. La cosa buona è che bastano due linguette disposte simmetricamente per tenere giù il coperchio, la cosa meno buona è che queste sono veramente ostiche: o non si piegano o si spezzano. In realtà l'operazione di chiusura è un optional perchè la sostituzione delle spazzole consumate, se il problema nasce da qui, non è logica dal punto di vista economico in quanto andrebbero reperite da un motore identico, a differenza di quanto si può fare col Mabuchi corto. Ma sappiate che questi sono i migliori indotti da montare sugli RX, dopo i Parma: ci sarà da fare qualche adattamento a livello di gioco longitudinale interno ma il risultato non sarà certo deludente. Buon divertimento!
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