V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Thannauser |
Inserito il - 18/06/2008 : 18:28:47 Salve a tutti, dopo un po' di tempo lontano dal forum a causa di quel maledetto vizio chiamato lavoro torno tra voi, e noto con piacere che è stata attivata la sezione "Vintage"... quindi a questo punto approfitto Compatibilmente con il tempo ridotto vi presenterò alcuni dei modelli della mia collezione, intanto cercando di non ripetere le cose già mostrate da altri e provando ad ampliare le notizie con qualche info in più sulle vetture reali e i loro costruttori. Questo è uno schema che mi stavo già preparando per un mio progetto sullo slot vintage, ed approfitto immediatamente di voi per controllare se va bene . Inizierei con un modello già presentato qui sul forum, ma è quello di cui ho il materiale pronto per cui... si va ad iniziare.
GORDINI T32
La storia della Casa
Il nome Gordini è legato a doppio filo all'automobilismo sportivo francese, ma Amedeo Gordini nasce in Italia nel 1899, a Bazzano, vicino Bologna. Fin da ragazzo lavora a contatto con i motori, imparando la messa a punto delle vetture Fiat, Ispano-Suisa e Isotta-Fraschini, così quando negli anni venti si traferisce in Francia ha già la strada spianata collaborando con La Simca, che costruiva vetture per la Francia sotto licenza Fiat. Proprio la Simca diede modo a Gordini di assecondare la sua passione per le corse automobilistiche, vedendo nelle capacità dell'uomo e nei successi che riscquoteva nelle competizioni un veicolo pubblicitario per le proprie vetture di serie. La collaborazione diede come frutto delle monoposto dalla buona tenuta di strada ma soprattutto leggere, in modo da poter sfruttare al meglio la potenza che i piccoli propulsori Simca da 1100 cc erogavano. I successi sempre crescenti portarono nel corso degli anni Gordini a spaziare dalle corse su strada alle gare di durata, con ottimi risultati, e naturalmente arrivarono anche gli impegni in Formula Uno. Alla fine degli anni 40, dopo la seconda Guerra Mondiale, i primi passi del costruttore nell'ambiente della massima serie diedero dei risultati positivi, ma ben presto la Simca si tirò indietro, negandogli l'appoggio economico. Gordini a quel punto, svincolato dalla sua consociata, sviluppò un proprio motore e con queste unità ben più potenti realizzò delle vetture che gli diedero ottimi risultati, con alla guida piloti come Behra, Trintignant e Manzon. La Gordini però si trovò ben presto a fare i conti con problemi economici, e non potendo garantire gli sviluppi tecnologici che i suoi avversari continuavano ad apportare alle loro vetture dovette continuare a schierare in gara le vetture degli anni precedenti, anche se i tentativi di produrre nuove monoposto non rimanevano incompiuti. L'ultima proposta per la Formula Uno che Gordini fece fu il modello T32, presentata in gara nel 1955 e che corse anche nel 1956, con scarsi risultati.
Nel 1957 Gordini dovette cessare la sua attività, ed accettò la proposta della Renault di occuparsi del reparto competizione. Naque così il sodalizio che portò allo sviluppo dei propulsori delle Dauphine, delle R8 e di alcune Alpine che riaccesero i riflettori intorno al nome Gordini, che si è ritagliato il suo posto nell'olimpo dell'automobilismo sportivo transalpino.
Il modello Il modello presentato raffigura la Gordini T32, che montava un propulsore realizzato dalla stessa Gordini di 2500 cc capace di sviluppare una potenza di 250 cv. Equipaggiata con sospensioni indipendenti e freni a disco, fu schierata per la prima volta in Formula Uno al Gran Premio di Italia del 1955, e cessò la sua attività agonistica nello stesso Gran Premio nell'anno successivo. In totale corse 10 prove del Mondiale, cogliendo come migliore piazzamento un sesto posto a Montecarlo.
Il modello, costruito dalla Gegé in Francia, risale al 1961 ed è realizzato in plastica, con la carrozzeria divisa in due semiscocche delle quali quella inferiore funge da telaio portante. Su questa infatti sono fissati il motore, gli assali ed il pick up. Quest'ultimo, in realtà, è un semplice perno fissato con un piccolo dado sul fondo della vettura e posizionato tra i due contatti striscianti, due lamine in rame bloccate al fondo stesso con perni e collegate ai fili del motore con piccole viti.
Il motore è a cassa aperta, con l'asse posto parallelamente all'assale posteriore a cui trasmette il movimento tramite una inusuale soluzione a cinghia e puleggie, in luogo delle più tradizionali corona e pignone.
La parte superiore della carrozzeria riproduce in modo abbastanza grossolano le forme della T32, con un pilotino col corpo a rilievo e testa (dotata di casco a scodella ed occhialoni) incollata al telaio. Su uno dei due modelli in mio possesso purtroppo la testa è andata persa. Le ruote sono composte da un cerchio che riproduce a rilievo i raggi e da un pneumatico fatto di una mescola che non regge il passare del tempo... Le uniche decorazioni sono i numeri di gara, posti davanti al muso e dietro, realizzati in carta con numero nero su fondo bianco.
Una curiosità: la prima formuna Uno che Jean Graton, il papà di Michel Vaillant disegnò per farla condurre dal suo eroe di carta era proprio una Gordini T32... chiaramente si chiamava Vaillante
Per gli appassionati, l'albo è "la grande Sfida" (in originale "le Grand Defi"), edito in Francia nel 1958 ed in Italia nel 1963.
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Renatone |
Inserito il - 18/06/2008 : 19:09:16 Ciao Thannauser e bentornato finalmente, mi stavo giusto chiedendo che fine avevi fatto. Complimenti per le tue slot tenute benissimo ed anche per l'articolo. Bravo!
Ciao da Renato |
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